A series of daytime photos were taken by ESA astronaut Paolo Nespoli from on board the International Space Station flying from Africa, to Italy and Russia to create this time-lapse of Earth.
ESA astronaut Paolo Nespoli in currently working and living on board the International Space Station as part of the Italian Space Agency’s long-duration VITA mission.
A series of nighttime photos were taken by ESA astronaut Paolo Nespoli to create this time-lapse of the Earth as seen from the Space Station and the Moon rising above the horizon.
ESA astronaut Paolo Nespoli in currently working and living on board the International Space Station as part of the Italian Space Agency’s long-duration VITA mission.
ESA astronaut Paolo Nespoli is currently living and working on the International Space Station as part of his VITA mission. This video shows highlights from his first month.
The mission is part of ESA’s vision to use Earth-orbiting spacecraft as a place to live and work for the benefit of European society while using the experience to prepare for future voyages of exploration further into the Solar System.
ESA astronaut Paolo Nespoli on the International Space Station sends a video greeting to everyone at the European Space Operations Centre, ESA’s mission control centre in Darmstadt, Germany, on the occasion of its 50th anniversary celebration. The 8th day of September is a special date in the centre’s history: it’s the day in 1967 when it was inaugurated to serve as ‘mission control’ for what later became the European Space Agency. Today, it hosted 5000 visitors in an open house that included tours of the mission control facilities, presentations by ESA experts on a wide range of topics and a stage programme produced in cooperation with Hessischer Rundfunk (HR) radio and the Darmstädter Echo newspaper. The sold-out event also included numerous educational, informational and fun activities for all ages presented by DLR SchoolLab, the Astronomy and Space Technology Club of Darmstadt (AAW), the German Research Centre for Artificial Intelligence (DFKI) and the Berlin-based ‘new-space’ company Part-Time Scientists. The video greeting from the Space Station was shown during the stage programme and displayed for the visitors on screens around the centre. Paolo Nespoli is on a five-month mission to the Station, dubbed the #VITAmission, between July and December this year. Vita’s extensive scientific programme includes experiments in biology, human physiology as well as space environment monitoring, materials science and technology demonstrations. Learn more and follow Paolo in social media via http://paolonespoli.esa.int/More information on ESOC and its 50th anniversary year via #ESOC50
ESA astronaut Paolo Nespoli, NASA astronaut Randy Bresnik and Roscosmos commander Sergey Ryazansky launched to the International Space Station on 28 July from Baikonur Cosmodrome on their Soyuz MS-05 spacecraft.
Paolo, Randy and Sergey will spend five months in space working and living on the International Space Station.
Esattamente dieci anni fa cominciava l’avventura di Mars Express, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sull’enigmatico pianeta rosso.
Marte è l’ultima frontiera dell’esplorazione spaziale. La comunità scientifica è a caccia di prove dell’esistenza di vita — presente o passata — tra le speranze di molti che vorrebbero che questo fosse un pianeta abitabile.
Ma trovare vita su Marte è come mettere insieme i pezzi di un puzzle, un’avventura affascinante che abbiamo appena cominciato.
Le sfide sono molte. “La cosa più frustrante è la quantità di polveri in certe regioni, che non ci permettono di avere accesso alla superficie sottostante, sia con una rover che dall’orbita.” dice Anouck Ody, Ricercatrice dell’Università di Lione.
Le nostre conoscenze sul pianeta Marte hanno fatto grossi balzi negli ultimi dieci anni, grazie alla missione Mars Express. Il satellite ha raccolto dati che hanno permesso agli scienziati di creare mappe in 3D della superficie del pianeta rosso, studiare i minerali che la compongono e la sua atmosfera. “In dieci anni abbiamo fatto molte scoperte. Se dovessi evidenziarne alcune comincerei con l’individuazione di quelli che chiamiamo “minerali idrati”, che si sono formati in presenza di acqua e che quindi ci mostrano che su Marte per milioni di anni c’è stata acqua” spiega Olivier Witasse, scienziato di Mars Express, ESA.
Le prime foto di Marte, scattate dalla sonda americana Mariner 4 nel 1965 mostrarono un pianeta arido ed inospitale, ma le ricerche di acqua — e di vita — continuarono negli anni Settanta con il programma Viking della Nasa ed il primo atterraggio morbido delle sue due sonde su terra rossa. Da allora ad aprirsi strada sul pianeta sono state le rover, ultimo l’atterraggio spettacolare dello scorso anno di Curiosity ( Mars Science Laboratory) il laboratorio scientifico da 900 kg della Nasa in grado di scavare ed analizzare rocce, per studiare non solo le possibilili tracce di vita, ma anche dell’abilitabilità del pianeta.
La testa di Curiosity è il ChemCam, un laser infrarosso, che ha il compito di sparare raggi sulle rocce marziane e poi analizzare il plasma incandescente e lo spettro di luce emessa per capirne la composizione.
ChemCam può sparare raggi laser e colpire bersagli ad una distanza di 6 metri. Se dalle analisi questi risultano interessanti dal punto di vista scientifico, la rover si avvicina e perfora la superficie per raccogliere un piccolo campione da analizzare. “Siamo andati in un bacino che assomiglia ad un antico lago. Questo ci ha permesso di porci la domanda sull’abilitabilità di quest’area. Se le condizioni che un giorno hanno portato alla formazione di vita sulla terra, si ricreassero in un altro posto, potrebbe sorgervi vita?” si chiede Olivier Gasnault, ChemCam Co-ricercatore, CNRS.
Curiosity ha portato ad un’importante scoperta. I ciottoli levigati vicino al sito in cui la sonda è atterrata sarebbero la prova che sulla superficie del pianeta sia scorsa acqua, per molti anni, alla temperatura e acidità giuste da renderlo un pianeta abitabile. Circa 3 miliardi di anni fa però i campi magnetici si affievolirono e l’atmosfera divenne rarefatta.
“Marte oggi ha un’atmosfera troppo rarefatta e una pressione troppo bassa perchè sulla superficie possa esserci acqua in forma liquida. Ma è stata trovata nell’atmosfera e in forma di ghiaccio, principalmente nelle calotte polari” ci mostra Anouck Ody, dell’Università di Lione
Mars Express ha mostrato che ci sono depositi di ghiaccio sotto la superficie del pianeta, nascosti dalle polveri. Ma ha fatto anche un’altra scoperta, forse ancora più misteriosa ed intrigante: il metano. “Mars Express nel 2004, appena all’inizio della sua missione ha rivelato la presenza di metano nell’atmosfera in quantità molto piccole. — Olivier Witasse, scienziato di Mars Express, ESA — Ci sono ancora dibattiti sulla veridicità di questa osservazione ma se il metano fosse davvero presente servirebbe una spiegazione: Questo gas si distrugge nell’atmosfera, dunque dovrebbe esserci una fonte che continua ad emetterlo. Ci sono molte discussioni su quale possa essere questa fonte, potrebbe essere prodotto da attività geologica, dalla reazione tra rocce sotterranee e acqua liquida. Per generare metano Marte dovrebbe essere geologicamente attivo o potrebbe essere attività biologica a produrre il gas”.